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venerdì 18 settembre 2009

Sonia Alfano invita la commissione a valutare il Patto Italia-Libia




Testo dell'intervento:

Grazie Presidente
Grazie Vice-Presidente Barrot e Ministro Billström.

Io già in data 31 agosto ho presentato un'interrogazione prioritaria alla Commissione.
Vero è che è diminuito il numero dei migranti che arrivano sulle coste italiane e sulle coste libiche, perché è cresciuto il numero dei morti che il mediterraneo continua ad accogliere, purtroppo il mediterraneo ormai è diventato un cimitero, a cielo aperto, e il Governo Berlusconi, quindi il Governo Italiano, ha adottato un accordo con la Libia che consente purtroppo il respingimento non solo di migranti ma consente anche il respingimento di rifugiati che provengono da paesi dove sono in atto persecuzioni e guerre civili, come la Somalia e l'Eritrea, e nega a questi poveri disgraziati il diritto di chiedere asilo violando così non solo tutte le norme internazionali ma viola soprattutto la Convenzione di Ginevra.

Vorrei ricordare a me stessa che il non-respingimento è un principio che non conosce limitazione geografica e che non può essere assolutamente né mercanteggiato né negoziato.
Non vorremmo continuare a pensare che questo accordo tra Italia e Libia si possa poi alla fine ridurre ad un pensiero di interesse economico che vale circa 5mila miliardi di euro.
Io intimo alla Commissione, se questa è l'intenzione della Commissione, di fare un accordo tra l'Unione Europea e la Libia simile a quello Italiano, perché abbiamo visto cosa ha prodotto questo accordo scellerato. Questo accordo, ripeto, costringe queste persone a subire delle torture, perché di questo si parla. I centri di detenzione nei quali vengono riaccompagnati, in Libia, a quanto pare da notizie riportate da organi di stampa ed anche da fotografie per esempio le fotografie che ritraggono molti di questi immigrati nel carcere di Ganfuda (a 10 Km da Bengasi), ecco quelle sono torture che io credo non trovino nessuna spiegazione in nessun patto di amicizia o patto istituzionale.
Come sottolineato dall'UNHCR il principio di non-respingimento vieta di rinviare le persone in territori dove la loro vita può essere considerata in pericolo e dove la loro libertà possa essere minacciata. Riportare questa gente in Libia, che ricordo sempre a me stessa, non ha ratificato la Convenzione di Ginevra sembra veramente una cosa incredibile. Tra l'altro la beffa che si aggiunge è che in Italia è previsto anche il reato d'immigrazione illegale per cui queste persone, e mi riferisco per esempio al clamoroso sbarco negli ultimi giorni del mese di Agosto dove hanno perso la vita tantissimi Somali, quei pochi credo 4 o 5 che sono riusciti ad arrivare a destinazione sono stati tra l'altro accusati di immigrazione, quindi sono perseguiti in questo momento dalla Legge Italiana.
Io chiedo alla Commissione adesso di passare davvero all'azione, di valutare se il patto Italia-Libia sia conforme al diritto internazionale e di dare finalmente una svolta decisiva non affiancandosi alla politica scellerata del Governo Italiano.
Grazie.
Fonte:http://www.soniaalfano.it/content/intervento-alla-sessione-plenaria-15-settembre-2009-strasburgo

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